414 La missione di Smuts a Budapest [11.1v.19] attuato la giornata di otto ore e moltissime provvidenze a favore dei lavoratori, sia all’avanguardia delle nazioni civili in fatto di legislazione sociale. Ha ricordato che davanti alla commissione della conferenza le proposte italiane furono le più favorevoli anche ai lavoratori della terra senza poter raccogliere i voti necessari ad essere iscritte nella Carta: ha augurato siano accettate a Washington. Ha parlato della nostra emigrazione, ed ha concluso auspicando la pace sociale, senza la quale anche la pace che si sta costruendo sarebbe cosa vana. Oggi i Big Four si sono occupati ancora della Saar e poi della Siria, per la quale sono in contrasto Inghilterra e Francia. Si delibera di mandarvi una commissione d’inchiesta. I giornali dicono che la missione del generale Smuts, — spedita in Ungheria per rimediare, se possibile, all’errore commesso di mutilarla a favore dei romeni, col risultato delle dimissioni di Karoly, del sopravvento del bolscevismo, della dittatura sanguinaria di Béla Kun — sarebbe fallita. Di fatto il generale Smuts aveva ottenuto da Béla Kun che le truppe ungheresi fossero ritirate dalla zona neutrale verso la Romania, promettendo l’abolizione del blocco. Ma Béla Kun pose delle condizioni a ciò che aveva già in massima acconsentito. Allora Smuts comprese che, se avesse continuato a trattare, avrebbe riconosciuto di fatto il regime sovietico di Béla Kun in Ungheria, e l’avrebbe automaticamente rafforzato. Raccontano che egli ricevette Béla Kun e gli altri capi bolscevichi nel suo treno, nella stazione di Budapest, già pronto alla partenza. Béla Kun gli tese le condizioni scritte: il generale cortesemente le rifiutò. Congedò i bolscevichi, che scesero dal vagone, e disse loro: « arrivederci», mentre essi, schierati sul marciapiede, salutavano nell’attesa della fissazione di un nuovo convegno. Fece invece un cenno all’aiutante di campo e il treno parti, lasciando i suoi contraddittori esterrefatti, in linea, sul marciapiede.